Cosa c’è dietro l’aumento dell’inflazione?
L’aumento dell’inflazione di oggi deriva da gravi shock innescati dall’offerta e da interruzioni delle catene di approvvigionamento, unite ad aumenti consistenti ma temporanei della spesa.
L’aumento dell’inflazione di oggi deriva da gravi shock innescati dall’offerta e da interruzioni delle catene di approvvigionamento, unite ad aumenti consistenti ma temporanei della spesa.
Nonostante i rialzi dei tassi di mercoledì 21 settembre, resta il fatto che l’economia non ha ancora cambiato chiaramente rotta, con un’inflazione che si mantiene criticamente alta a causa di una domanda superiore all’offerta.
Nei prossimo mesi assisteremo agli effetti delle misure adottate da Fed e Bce e capiremo in che modo le banche centrali incidono sull’obbligazionario.
In studio con Valentina Buzzi, torna MARKET STAR, l’appuntamento mensile ideato da Le Fonti TV che offre una visione globale dell’andamento dei mercati,
Oltre al previsto aumento dei tassi di 75 pb, la riunione di settembre ha mostrato che la Fed pronta a combattere l’inflazione e determinata a inasprire le condizioni monetarie a un ritmo ancora più rapido e che prevede di mantenere i tassi a un livello restrittivo più a lungo.
I governi europei stanno adottando misure per alleviare il peso del rincaro stellare delle bollette su imprese e famiglie, gli Stati Uniti hanno promosso l’”Inflation Reduction Act”, ma il rincaro dei prezzi fa sentire tutta la sua iniquità soprattutto in America Latina, dove si stima che un terzo della popolazione rientri nei criteri internazionali della povertà, 1,90 dollari al giorno.
Con l’indebolimento dell’economia britannica, vi sono valide ragioni a favore del fatto che la Bank of England (BoE) rimanga concentrata sulle prospettive di inflazione a medio termine e sul potenziamento dei propri strumenti.
Sono ormai lontani i tempi in cui le banche centrali muovevano i tassi solo con incrementi di 25 punti base. La scorsa settimana sia la Banca Centrale Europea che la Banca del Canada hanno aumentato i tassi ufficiali di 75 punti base, seguendo le orme della Federal Reserve con due aumenti da 75 punti base a giugno e luglio.
Sulle aspettative di una Fed ancora falco a causa delle rinnovate tensioni sui mercati finanziari conseguenti al solido dato sull’inflazione USA. In attesa
La fase orso del mercato obbligazionario sembra essere finita, almeno per il momento. La velocità del rallentamento della crescita negli ultimi mesi mi fa pensare che una recessione si verificherà quanto prima.
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