BCE
Share on linkedin
Share on email
Share on twitter
Share on facebook
Share on whatsapp

L’ombrello BCE per proteggere il mercato obbligazionario

I mercati finanziari sembrano reggere, con l’azione della BCE che contribuisce a mantenere la volatilità a livelli storicamente contenuti

Situazione politica: Il 13 gennaio, Italia Viva – un partner minore della coalizione guidato dall’ex primo ministro Matteo Renzi – si è tirato fuori dalla coalizione di Governo, lasciando l’esecutivo senza una maggioranza al Senato. Tuttavia, riteniamo che le elezioni anticipate siano per ora improbabili. A nostro avviso, gli scenari più probabili sono: il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte potrebbe cercare di ottenere un voto di fiducia, con il sostegno dei partiti sia all’interno sia all’esterno della maggioranza e anche dei parlamentari non affiliati (Gruppo Misto); Conte potrebbe dimettersi, innescando un nuovo ciclo di colloqui, che potrebbe portare a un nuovo Governo, guidato dallo stesso Conte o da un altro Primo Ministro, con il sostegno della medesima alleanza; oppure potrebbe essere nominato un Governo ad interim per gestire il paese fino alle prossime elezioni.

I mercati finanziari sembrano reggere, con l’azione della BCE che contribuisce a mantenere la volatilità a livelli storicamente contenuti. Nella riunione di dicembre 2020, la BCE ha ampliato il proprio programma di acquisto per l’emergenza pandemica (PEPP) di altri 500 miliardi di euro, portandolo a un totale di 1.850 miliardi di euro, e ha anche esteso la propria politica di reinvestimento. Riteniamo che l’azione della BCE dovrebbe mantenere basso il costo medio dei finanziamenti. I fattori tecnici rimarranno solidi nel 2021, grazie agli acquisti della BCE, alla minore emissione netta attesa e alla persistente ‘caccia al rendimento’ tra gli investitori. Il ruolo svolto dalla BCE rimarrà cruciale nei prossimi anni. Le valutazioni attuali sono tirate e offrono un margine di manovra limitato per un ulteriore restringimento dello spread. In termini relativi, i rendimenti italiani sono più interessanti di quelli di altri paesi periferici. Rimaniamo costruttivi sul debito sovrano italiano. Con la progressiva riduzione del premio al rischio, la curva dovrebbe appiattirsi e gli investitori dovrebbero posizionarsi sulla scadenze molte lunghe. Durante la durata della crisi politica, si prevede un livello dello spread BTP-Bund decennale nell’intervallo 100-125 punti base. Gli investitori sul mercato dei titoli di Stato italiano dovrebbero considerare eventuali ritracciamenti del mercato obbligazionario italiano come un’opportunità per aumentare la propria esposizione.

Scenario macroeconomico: la bassa crescita potenziale, che deriva da una mancanza cronica di investimenti, è il tallone d’Achille dell’economia italiana. Il PIL reale dovrebbe contrarsi dell’8,6-9,0% nel 2020, riprendersi di circa il 3,2-3,7% quest’anno e rallentare al 3,0-3,4% nel 2022. Il rapporto tra debito pubblico e PIL dell’Italia dovrebbe salire a circa il 160% nel 2020, dal 135% nel 2019. Il debito dell’Italia è prevalentemente – circa il 70% – detenuto da investitori domestici, mentre gli investitori esteri costituiscono il restante 30%. La quota detenuta dal Sistema europeo delle banche centrali è aumentata dal lancio del programma di allentamento quantitativo nel 2015 e si è attestata al 24% del debito negoziabile a settembre 2020. Si prevede che salirà a circa il 28 % entro la fine del 2021, a seguito degli acquisti di attività della BCE. Ci aspettiamo che il deficit di bilancio dell’Italia raggiunga l’11,4% del PIL nel 2020, per poi scendere all’8,2% nel 2021.

Riteniamo che il pacchetto “Next Generation EU” sia un punto di svolta per la politica fiscale dell’Unione Europea e che possa stimolare la crescita dell’Italia in modo significativo nel medio/lungo termine. La pandemia accentuerà il divario sociale all’interno del paese tra le persone che hanno un lavoro “regolare” e quelle che lavorano nell’economia informale che non possono contare sui programmi di welfare. In aggiunta, l’incertezza rimane elevata anche tra le persone che possono contare su un posto di lavoro e il tasso di risparmio ha raggiunto il 20% nel secondo trimestre del 2020, aumentando le disponibilità sui conti correnti. Una parte di questo elevato risparmio sarà disponibile per essere investita nell’economia reale.

Commento a cura di Amundi

Non perdere le notizie che contano per gli investimenti.
Registrati alla nostra newsletter.