BCE, non ci sono vincitori nella guerra commerciale
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Coeuré BCE, non ci sono vincitori nella guerra commerciale

La guerra commerciale spaventa. La politica doganale degli Stati Uniti sta facendo prospettare un’inversione del processo di globalizzazione che avrà effetti negativi sull’economia globale.

Alla luce della guerra commerciale, lo scenario si prospetta critico per tutti i Paesi, anche per quelli non direttamente interessati dai dazi. Secondo alcune stime della BCE, se ci fosse un variazione delle tariffe del 10%, lo scambio mondiale potrebbe scendere del 3% nel primo anno e il PIL mondiale dell’1%.

Gli scambi commerciali, sostiene Benoit Coeuré, Membro dell’Executive Board della Banca Centrale Europea, hanno permesso un miglioramento delle condizioni di vita in tutto il mondo. Di recente hanno registrato un ulteriore incremento dopo la crisi. La politica doganale degli Stati Uniti però sta facendo prospettare un’inversione del processo di globalizzazione che avrà effetti negativi sull’economia globale.  Alcune misure di ritorsione sono già state annunciate da Paesi quali la Cina, misure che fanno pensare ad una possibile guerra commerciale la quale-sostiene Coeure- non vedrebbe vincitori ma solo diversi gradi di perdenti.

Benoit Coeuré sostiene che nonostante i benefici della globalizzazione non sono stati distribuiti in maniera uniforme, il protezionismo non rappresenta una risposta adeguata a questa sfida, anzi farà ridurre gli standard di vita globali.

I mercati hanno risentito molto dell’imposizione dei dazi: l’indice S&P500 è sceso dell’1% il giorno dell’annuncio dell’imposizione dei dazi su  acciaio e alluminio mentre il Dax e il Nikkei di oltre il 4%.

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