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Economia Cina, prospettive per il 2023

Nel 2023, l’economia della Cina si trova in una congiuntura opposta rispetto a quella degli Stati Uniti e dell’Europa. Per questo crediamo che quando le maggiori incognite verranno meno emergerà il valore delle aziende cinesi, soprattutto se ci sarà una riapertura ordinata dell’economia. Le proteste legate al COVID e la potenziale approvazione di un vaccino locale a mRNA hanno accelerato questo processo.

Economia Cina, la ripartenza dopo la politica Covid-zero e il supporto al real estate

A Novembre e Dicembre, dopo la conclusione del Congresso del Partito Comunista che ha monopolizzato l’attenzione della leadership cinese per diversi mesi, si sono visti importanti miglioramenti sui 3 fronti che hanno impattato negativamente sulla crescita nel 2022 e che preoccupavano gli investitori: 1) la zero-covid policy, passata dalla tolleranza zero alla convivenza con il virus; 2) la situazione del mercato immobiliare, con il governo che ha implementato una serie di misure a sostegno del real estate, pur rimanendo dell’idea di non voler favorire un eccessivo leverage e la speculazione; 3) le relazioni geopolitiche Cina-USA, grazie all’incontro tra Biden e Xi che si sono impegnati a continuare nel dialogo (a Febbraio è prevista la visita in Cina del Segretario di Stato Anthony Blinken).

Dal punto di vista delle valutazioni la Cina si trova alla fine di un ciclo significativo di revisione al ribasso degli utili, mentre gli Stati Uniti sono alla fine di un ciclo di revisioni al rialzo. La posizione divergente della Cina nel ciclo degli utili azionari rende i titoli cinesi interessanti rispetto ai loro omologhi statunitensi nel 2023.

Il comitato della Central Economic Work Conference (CEWC) riunitosi a dicembre ha sottolineato la necessità di “stabilizzare la crescita, stabilizzare i prezzi e stabilizzare la disoccupazione” e ha annunciato piani per ulteriori politiche espansive e misure di sostegno all’economia, tra cui un “pacchetto di sostegno del reddito” a beneficio dei cittadini delle aree urbane e rurali. Allo stesso tempo, la CEWC ha sottolineato il mantenimento di un approccio “conservativo” agli stimoli, bilanciando la necessità di affrontare gli eccessi nel settore immobiliare con la volontà di prevenire i rischi per il sistema finanziario. Nella direzione di stimolare i consumi c’è stato il passaggio della politica COVID dalla “prevenzione” al “trattamento”.

All’inizio del 2023, i mercati potrebbero attraversare un periodo di volatilità, con effetti positivi legati alla riapertura, al potenziale miglioramento sul fronte geopolitico derivante dalla visita programmata di Blinken a Pechino e agli stimoli di politica economica. D’altro canto, la realtà di una riapertura con infezioni di massa potrebbe avere un impatto negativo. Crediamo che la Cina riaprirà completamente entro la fine del primo trimestre, quando l’inverno si attenuerà, le cure saranno maggiormente disponibili e i tassi di vaccinazione aumenteranno.

Le stime di consenso per la crescita del PIL cinese nel 2023 sono leggermente superiori al 4%, con un’espansione lenta ma in miglioramento nella prima metà del 2023 e una crescita superiore al trend nella seconda metà dell’anno. La forbice delle previsioni del PIL di quest’anno è probabilmente una delle più ampie di sempre a causa delle diverse aspettative sul processo di riapertura. Secondo le stime di Bloomberg, le azioni cinesi dovrebbero crescere del 17% nel 2023, un valore superiore alle previsioni della maggior parte degli altri principali mercati azionari globali, ad eccezione dell’India.

Inoltre, le valutazioni sono basse e il posizionamento degli investitori indica un significativo sottopeso sul mercato cinese, mentre gli Stati Uniti e l’UE si trovano nella situazione opposta: vicini al picco di crescita, utili e valuta (soprattutto gli Stati Uniti), e con prospettive più deboli. Sia gli Stati Uniti sia l’Unione Europea stanno iniziando un ciclo di calo degli utili, che potrebbe durare alcuni trimestri. Tuttavia, riteniamo che qualsiasi ripresa in Cina potrà avvenire quando il processo di riapertura si sarà completamente concluso e il mercato immobiliare si sarà stabilizzato, in modo che il sentiment dei consumatori possa rimbalzare dal recente minimo pluriennale.

Prevediamo che il governo continuerà a stimolare la crescita nella prima metà dell’anno. Il potenziale apprezzamento della valuta cinese potrebbe fornire una spinta favorevole ai titoli cinesi dal punto di vista degli investitori in dollari e in euro. Tuttavia, il rallentamento della crescita globale nel 2023 porterà inevitabilmente a un calo delle esportazioni cinesi. Le infrastrutture e il settore manifatturiero dovrebbero continuare a sostenere la crescita, soprattutto nella prima metà dell’anno, grazie agli stimoli fiscali e alle attese di una domanda interna più forte, che sarà il driver principale della crescita nel 2023.

Sebbene la riapertura sia inflazionistica, il tasso d’inflazione cinese rimarrà probabilmente ben al di sotto di quello dei mercati sviluppati grazie a una serie di fattori, tra cui il fatto che la Cina è relativamente autonoma dal punto di vista energetico rispetto all’Europa. Sebbene il settore immobiliare possa registrare una certa ripresa nel 2023, il governo continua a ribadire che gli immobili sono destinati ad uso residenziale e non alla speculazione, il che significa che la leva finanziaria per il settore rimarrà probabilmente limitata.

In un quadro macroeconomico in miglioramento, soprattutto grazie ad una ripresa della domanda interna, riteniamo che i settori che possano beneficiarne maggiormente siano l’e-commerce, vero motore dei consumi in Cina, i semiconduttori, vista l’importanza strategica che ha il settore per Pechino, e le tecnologie ed infrastrutture legate alla green economy, tra cui l’ecosistema dei veicoli elettrici, sempre per l’interesse del governo cinese a crescere ulteriormente in questo spazio.

A cura di KraneShares

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