T.Rowe Price
Share on linkedin
Share on email
Share on twitter
Share on facebook
Share on whatsapp

Quanto può durare ancora la fase espansiva?

 

Quanto durerà la fase espansiva? La questione della disruption. L’outlook sull’obbligazionario e le tensioni geopolitiche. Cinque domande, cinque risposte di T.Rowe Price

A margine della conferenza stampa di T.Rowe Price si è cercato di fare il punto su una situazione piuttosto difficile da interpretare: cosa ci aspetta per questo 2020 e quanto potrà durare ancora l’approccio da colombe bianche delle banche centrali.

Cinque domande. Cinque risposte. Per prepararsi alla recessione. Perché probabilmente prima o poi arriverà. Così Yoram Lustig, head of Multi-Asset Solutions EMEA. Ma anche perché il futuro si conferma incerto e non per questo bisogna averne paura.

“Perché il futuro appartiene ai gestori attivi più competenti e la gestione strategica di qualità sarà non solo già rilevante, ma anche più efficace, quest’anno e negli anni a venire, in quanto gli investitori dovranno trovare valore diversificando il rischio azionario, in un contesto di rendimenti moderati”.

Ecco perché l’ esperto di T.Rowe Price, risponde a cinque domande chiave che gli investitori dovrebbero porsi agli esordi del nuovo decennio.

La fine del ciclo continua a disattendere le aspettative.

A questa domanda l’esperto di T.Rowe Price risponde “Quanto durerà? L’attuale fase espansiva è la più lunga della storia, ma i cicli maturi non muoiono di vecchiaia. Siamo di fronte a un rallentamento economico, piuttosto che una crisi. Il ciclo potrebbe continuare per altri 12 o 14 mesi, o anche più a lungo. Non abbiamo ancora identificato chiari segnali di una recessione imminente. Nonostante questa incognita, resta fondamentale continuare a investire, per non perdersi una potenziale ultima gamba rialzista sull’azionario, pur mantenendo un’esposizione agli investimenti difensivi e favorendo quelli che offrono crescita e potenziale di rendimento, perché saranno attraenti in un contesto di bassa crescita e bassi rendimenti.”

I mercati hanno fatto il passo più lungo della gamba dopo il +27% messo a segno dall’azionario nel 2019?

Secondo T.Rowe Price il punto chiave è la disruption. Viviamo in un mondo a bassa crescita e ad elevata disruption. E’ proprio questo fattore, attivato essenzialmente dalla tecnologia, che ha sboccato la capacità in moltissime industrie. Di fronte a questa ondata di innovazione, è cruciale focalizzarsi sulle storie di successo idiosincratiche, vale a dire individuare i vincitori di domani, coloro destinati a cavalcare la disruption, e non a soccombervi. In questo contesto, le società in possesso di tecnologie disruptive creano opportunità in un contesto di bassa crescita. Ad esempio, basta pensare che tra il 2011 e il 2018 Netflix e Amazon hanno messo a segno una crescita dei ricavi rispettivamente del 393% e 384%, contro una crescita del 19% dei titoli del segmento media inclusi nell’S&P500. Ecco perché acquistare un indice comporta dei rischi in un mondo a bassa crescita e ad elevata disruption.

I mercati obbligazionari: Outlook dei bond

“Dobbiamo ricordare che i rendimenti negativi non sono la nuova normalità, sono anormali. Con le banche centrali che sono tornate alle politiche accomodanti, la bassa crescita e l’inflazione che resta contenuta, i rendimenti potrebbero scendere ulteriormente. Ma non è detto che non tornino invece a salire di fronte a miglioramenti delle tensioni geopolitiche. A causa di queste incertezza, la funziona dei bond ad alta qualità in portafoglio resterà di cruciale importanza, anche se la sicurezza è diventata costosa. Non possiamo più fare affidamento sui titoli di stato, bund e btp inclusi, come in passato.” afferma Yoram Lustig di T. Rowe Price

La questione geopolitica: Usa-Cina, tensioni in Medio Oriente, Brexit, populismo ed elezioni Usa. Quanto continueranno a influenzare i mercati?

Secondo T.Rowe Price, in termini di investimenti, queste tensioni si traducono con il tenere in considerazione i mercati che hanno sofferto a causa della guerra commerciale e che possono beneficiare della risoluzione. Come l’azionariato giapponese ed emergente, ma anche l’azionariato europeo, che potrebbe registrare un rally una volta che verranno meno diverse incertezze politiche legate alla Brexit. Infine, anche i titoli azionari legati alle risorse naturali potrebbero dare soddisfazioni, con le tensioni con l’Iran che potrebbero far balzare i prezzi del petrolio.

Perché è importante essere attivi e rapidi come investitori?

Perché i cambiamenti secolari a cui stiamo assistendo creano una maggiore dispersione a livello di rendimenti, che necessita di decisioni attive nella selezione degli asset.

Non perdere le notizie che contano per gli investimenti.
Registrati alla nostra newsletter.