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Occupazione USA e preview rapporto CPI

Il rapporto sull’occupazione USA si è avvicinato alle aspettative previste del consenso come mai nella storia recente. Nel complesso, il rapporto sui salari non ha modificato le prospettive della Fed di aumentare i tassi di interesse di altri 75 punti percentuali a novembre, puntando a un tasso del 4,5-5% prima di sospendere il ciclo dei rialzi.

Le buste paga del settore non agricolo hanno subito un modesto rallentamento con un ritmo ancora superiore al trend, passando da 315k in agosto a 263k. Associato ad un piccolo passo indietro nella partecipazione alla forza lavoro, dopo il rafforzamento di agosto, ciò è stato sufficiente per vedere il tasso di disoccupazione scendere al 3,5%. L’aspetto positivo per i policymaker della Fed è stato che la retribuzione media oraria (AHE) è stata inferiore al previsto (+0,3% mese su mese contro lo 0,4% mese su mese), anche se i salari stanno aumentando ancora a un ritmo scomodo del 5% anno su anno in generale e del 5,75% per i lavoratori non addetti alla supervisione.

La parte più interessante del rapporto è stata la crescente divergenza nelle tendenze di assunzione tra i vari settori, che suggerisce che l’inflessione del mercato del lavoro che ci aspettiamo è in corso silentemente.

La preview del rapporto CPI

L’attenzione si sposta ora sul rapporto CPI di settembre, dove ci aspettiamo un altro dato sull’inflazione core solido (0,5% mese su mese). I tassi d’inflazione core, superiori all’obiettivo della banca centrale, appaiono ora più consolidati e, sebbene sia ancora probabile che l’inflazione headline si moderi nell’arco del nostro orizzonte ciclico, ora sembra che sia necessario più tempo.

L’aumento dell’inflazione si è esteso al di là delle categorie colpite dalle interruzioni della produzione globale di beni legate alla pandemia, includendo componenti del paniere dei prezzi che tendono a essere più ciclici, tra cui gli alloggi e i servizi. Inoltre, negli ultimi due anni gli strumenti che misurano le aspettative di inflazione a più lungo termine hanno registrato una tendenza generale al rialzo mentre le tensioni sui mercati del lavoro hanno al rialzo i salari.

Commento a cura di Tiffany Wilding, North American Economist e Allison Boxer, Economist di PIMCO

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