Investimenti nella transizione verde: trend inarrestabile nonostante la sottoperformance

Guardando al mercato della transizione energetica, notiamo che i titoli delle società chiave del settore hanno registrato una sottoperformance a partire dal 2021.
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Guardando al mercato della transizione energetica, notiamo che i titoli delle società chiave del settore – utility, aziende specializzate in rinnovabili, elettrificazione e tecnologie per la decarbonizzazione – hanno registrato una sottoperformance a partire dal 2021.

Questo trend si è verificato in un periodo generalmente positivo per i mercati globali. Nonostante gli elementi congiunturali che hanno innescato questa fase ribassista, il trend verso il net zero resta inarrestabile e rappresenta un’opportunità di investimento nella trasformazione green della società.

Cosa ha influenzato la sottoperformance dei titoli green

L’andamento dei titoli della transizione energetica è ben rappresentato da due indici principali: il WilderHill Clean Energy Index, che ha perso il 47% in un anno e il 29% da inizio 2024, e l’S&P Global Clean Energy Index, in calo del 32% a un anno e del 15% da inizio 2024.

Questi risultati si confrontano con il +22% a un anno e +7% da inizio anno dell’S&P500 e il +6,7% a un anno dell’Eurostoxx 600, anch’esso positivo nei primi mesi del 2024 (dati al 15 aprile 2024).

Tra i fattori che hanno contribuito a questa sottoperformance ci sono le potenziali ascese di forze politiche antiambientaliste negli Stati Uniti e in Europa. La possibile rielezione di Trump e l’avanzata delle destre populiste alle elezioni europee potrebbero rallentare l’implementazione delle politiche di efficientamento energetico.

Anche le politiche monetarie giocano un ruolo cruciale. L’aumento dei tassi di interesse ha penalizzato il settore green, fortemente indebitato. Tuttavia, si prevede che i tassi abbiano raggiunto il picco e molti analisti stimano un possibile taglio dei tassi entro la fine dell’anno.

Il calo del prezzo dell’energia, quasi ritornato ai livelli pre-Covid in Europa, ha rallentato l’adozione di nuove tecnologie energetiche, rendendole meno competitive economicamente.

Una visione a lungo termine: Il trend della transizione green

Nonostante le difficoltà a breve termine, il trend della transizione green rimane solido. L’obiettivo è affrontare l’emergenza climatica causata dall’elevata concentrazione di CO2 nell’atmosfera.

Secondo l’Osservatorio di Mauna Loa, i livelli di CO2 hanno superato costantemente le 410 parti per milione (ppm) dal 2018, molto al di sopra delle concentrazioni storiche. Se non verranno prese misure drastiche, entro mezzo secolo i livelli di CO2 potrebbero raggiungere le 500 ppm, portando a un aumento della temperatura media globale di 6°C.

Investire nelle società che operano nella transizione energetica rappresenta una strategia valida a lungo termine, con aspettative di performance positiva nei prossimi dieci anni.

Le utility in prima linea nella transizione green

Secondo un report di Goldman Sachs, intitolato “The Year of Long Duration and Lower Energy Price”, le utility saranno alla guida del trend rialzista. Nonostante il ritardo del 20% rispetto al mercato generale negli ultimi tre anni, dovuto all’aumento dei tassi di interesse, le utility rinnovabili stanno puntando a un ROI dell’8-10%.

Le reti di trasmissione e distribuzione saranno cruciali per l’elettrificazione. Si prevede una crescita organica accelerata con investimenti necessari stimati intorno ai €650 miliardi entro il 2030 e un CAGR del 10% per il periodo 2023-2028 in Europa.

Il mercato delle pompe di calore

Un’altra tecnologia chiave per la decarbonizzazione del riscaldamento sono le pompe di calore. Le vendite globali sono aumentate dell’11% nel 2022, segnando il secondo anno consecutivo di crescita a doppia cifra.

In Europa, l’incremento è stato del 40%, con un aumento del 50% per i modelli aria-acqua compatibili con i sistemi di riscaldamento esistenti.

L’Agenzia Internazionale dell’Energia (EIA) stima che le pompe di calore, utilizzate come principale sistema di riscaldamento, dovranno coprire circa il 20% dei bisogni globali di riscaldamento entro il 2030 per allinearsi agli impegni energetici e climatici globali.

Con un tasso di crescita annuale superiore al 15%, questo obiettivo è raggiungibile, contribuendo significativamente al net zero entro il 2050.

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