Share on linkedin
Share on email
Share on twitter
Share on facebook
Share on whatsapp

Indagine IVASS sulle polizze IBIPs tra sostenibilità, greenwashing e asset allocation

Nel corso del 2023, l’IVASS ha condotto un’indagine approfondita sulle polizze IBIPs caratterizzate da elementi di sostenibilità ESG, allo scopo di valutarne l’integrità strutturale e le modalità di presentazione al pubblico.

Prevalenza delle polizze “sostenibili”

L’indagine ha coinvolto 18 compagnie assicurative, evidenziando una significativa presenza di polizze classificate come “sostenibili”.

Sono state individuate 106 polizze di questo tipo, relative a oltre 1,1 milioni di contratti, con una raccolta premi che si aggira intorno ai 48,8 miliardi di euro dall’inizio della loro commercializzazione.

Le polizze multiramo rappresentano il 45% del campione, seguite dalle unit linked (29%) e dalle polizze rivalutabili (25%).

Non sono state create polizze nuove ad hoc, ma è stata piuttosto implementata una strategia di inserimento di asset ESG tra gli investimenti già in commercio.

Valutazioni ESG e asset allocation

Le compagnie hanno rivisto l’asset allocation delle polizze per includere asset conformi alla normativa ESG. Questo si è riflesso in:

  • 3.141 fondi esterni, di cui 2.041 classificati come “light green” e 197 come “dark green”;

  • 173 fondi interni, di cui 72 classificati come “light green”, 1 come “dark green”, e 93 non classificati;

  • 26 gestioni separate, con 13 classificate come “light green”, 7 come art. 6 SFDR e 6 non classificate.

Valutazioni ESG e tipologia di sottostanti

Le valutazioni ESG variano a seconda della tipologia di sottostante considerata. I fondi interni sono valutati tramite soglie minime di asset, mentre le polizze collegate alle Gestioni Separate possono essere valutate attraverso un rating ESG o criteri di esclusione.

Dall’analisi condotta non emergono casi evidenti di greenwashing. Ma si osserva una certa cautela da parte delle compagnie nella classificazione dei prodotti come “light green” o “dark green”.

Tuttavia, la disomogeneità nella classificazione e la documentazione precontrattuale possono rendere difficile per i clienti comprendere le caratteristiche di sostenibilità delle polizze, potenzialmente portando a un rischio di “greenbleaching”.

Leggi anche: Asset Allocation nel 2024: prospettive e strategie per gli investimenti ESG

Non perdere le notizie che contano per gli investimenti.
Registrati alla nostra newsletter.