inflazione negli stati uniti
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Fed, obiettivo: combattere il “nemico” inflazione

Frederci Leroux Carmignac Fed inflazione
Frederic Leroux, membro del Comitato di investimento strategico di Carmignac

Prevediamo che mercoledì la Federal Reserve aumenterà i tassi dello 0,75%. Il nemico principale della Fed è l’inflazione e la Banca Centrale sta disperatamente cercando di evitare che le aspettative di un’inflazione sostenuta crescano sempre più. La recessione che l’attuale stretta monetaria provocherà è uno scenario che la Fed può affrontare e, non è da escludere la possibilità che la Fed stessa voglia una recessione, considerando che potrebbe spingere al ribasso i prezzi per contenere l’inflazione.  In queste condizioni, sembra possibile che la Fed deluda i mercati, non annunciando una riduzione immediata del percorso di rialzo dei tassi. Questo potrebbe tradursi in un aumento dello 0,75% a settembre, che potrebbe causare uno shock temporaneo sui mercati, visto che lunedì sera molti esperti stimavano ancora che questa settimana sarebbe stato annunciato un incremento del 0,50%. 

Nel breve termine, dopo lo shock iniziale, l’accelerazione dell’inasprimento monetario non impedirà probabilmente alla curva dei rendimenti di continuare ad appiattirsi, né – paradossalmente – impedirà alla performance relativa degli asset di rischio a lunga scadenza di migliorare. In effetti, questo front-loading dell’inasprimento monetario tende a tradursi in una riduzione del terminal rate (il punto di massimo raggiunto dai tassi di riferimento prima dell’inizio dell’allentamento monetario) e, quindi, in una prospettiva di un allentamento monetario meno distante, grazie all’idea che il contesto di disinflazione venga raggiunto più rapidamente.

A cura di Frederic Leroux, membro del Comitato di investimento strategico di Carmignac

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