Si prevede un ulteriore rialzo dei tassi da parte della BCE
A nostro avviso, la BCE sta dimostrando di essere disposta ad adottare le politiche monetarie che si dovessero rivelare necessarie a prescindere dallo stress sui mercati finanziari.
A nostro avviso, la BCE sta dimostrando di essere disposta ad adottare le politiche monetarie che si dovessero rivelare necessarie a prescindere dallo stress sui mercati finanziari.
Sebbene l’inflazione sia in discesa e i dati economici stiano migliorando, gli storici segnali che indicano una recessione potrebbero rivelarsi troppo forti da far sì che se ne possa evitare una.
La crisi della Silicon Valley Bank (SVB) e dalla Signature Bank è dettata da una classica corsa agli sportelli, nell’era digitale. Gran parte del rischio sembra idiosincratico, in quanto le attività ad alta duration e l’esposizione al settore tecnologico hanno reso le banche particolarmente vulnerabili al forte aumento dei tassi.
In un contesto di inflazione sostenuta su scala globale, gli investitori azionari hanno trascorso la maggior parte del 2022 preoccupati dai rialzi dei tassi delle banche centrali e dal rischio di errori sul fronte politico che potrebbero oscurare una prospettiva economica già offuscata dalla politica zero-COVID della Cina e dal conflitto in Ucraina.
Nel 2022 i rendimenti obbligazionari sono saliti bruscamente a causa del rialzo dei tassi d’interesse attuato dalla Federal Reserve e da altre banche centrali nel tentativo di contenere l’inflazione.
Stiamo vivendo un anno da “tempesta perfetta” sui mercati. Si sta osservando un ciclo economico del tutto anomalo, reso tale da una serie di shock esogeni causati prima dalla pandemia e in seguito dalla guerra in Ucraina. Il risultato è stata una sorpresa continua nei dati macroeconomici.
Come l’inflazione e i rialzi dei tassi stanno condizionato i mercati finanziari e le aspettative degli investitori? Quali sono le possibili conseguenze delle ultime decisioni di politiche monetarie delle banche centrali?
La maggiore debolezza dei dati macroeconomici statunitensi potrebbe causare un primo rallentamento dei rialzi dei tassi da parte della Federal Reserve (Fed) consentendo potenzialmente alle altre Banche Centrali di recuperare terreno.
Nell’emisfero boreale le banche centrali sono impegnate a combattere l’impennata senza precedenti dell’inflazione. La Banca Centrale Europea (BCE) ha effettuato uno storico inasprimento di 75 punti base l’8 settembre, portando il tasso di riferimento sui depositi allo 0,75%.
La prima ad agire è stata la Riksbank. Martedì 20 settembre la banca centrale più antica del mondo ha aumentato il tasso ufficiale di un intero punto percentuale, il giorno dopo è stato il turno della Federal Reserve che ha consegnato il terzo aumento consecutivo di 75 punti base, la forchetta del rialzo dei tassi americani è ora a 3%-3,25%.
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