piano in risposta alla crisi energetica
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Qual è il piano in risposta alla crisi energetica?

Il conflitto tra Russia e Ucraina ha esposto l’Europa a uno shock energetico senza precedenti, aggravando un contesto di prezzi dell’energia già elevati e dando origine a una crisi della fornitura energetica. L’UE riceve circa il 40% del gas dalla Russia, ragion per cui, per fronteggiare la crisi, ha presentato a marzo il piano in risposta alla crisi energetica “RePowerEU”. Il suo obiettivo consiste nel ridurre di due terzi la dipendenza dell’Europa dal gas russo entro la fine del 2022, portandola a zero entro il 2030.

Qual è il piano in risposta alla crisi energetica?

Il piano mira a garantire la sicurezza energetica e a portare avanti la decarbonizzazione, principalmente mediante un’accelerazione significativa delle energie rinnovabili e delle misure di efficienza energetica. Il piano, pertanto, è in linea con il Green Deal europeo e punta a raggiungere entrambi gli obiettivi simultaneamente, grazie a misure volte a consentire più rapide autorizzazioni alle energie rinnovabili, che consideriamo un catalizzatore chiave per l’espansione dell’energia pulita. RePowerEU potrebbe di conseguenza ridurre le tempistiche degli investimenti in ulteriori capacità di generazione di rinnovabili e promuovere una maggiore enfasi sull’efficienza energetica.

Cosa prevere il piano in risposta alla crisi energetica?

Il piano definisce una combinazione di obiettivi e misure per il breve, medio e lungo termine:

  • Al fine di ridurre di due terzi la dipendenza dal gas russo, l’UE sta cercando di diversificare le importazioni di gas, in particolare tramite l’aumento delle importazioni di GNL dagli Stati Uniti. Verso fine marzo Bruxelles e Washington hanno annunciato una task force che vedrà gli Stati Uniti impegnati a garantire volumi aggiuntivi di GNL per il mercato europeo pari ad almeno 15 miliardi di metri cubi nel 2022, sebbene non siano stati forniti dettagli sulle modalità con cui ciò avverrà. Considerando che la produzione di GNL statunitense è già a pieno regime e che un aumento della produzione richiederà alcuni anni, l’annuncio potrebbe rappresentare un accordo strategico a garanzia della relazione tra Stati Uniti e UE sul gas naturale e della crescita a lungo termine delle esportazioni verso l’Europa, piuttosto che un piano concreto. Pertanto, per garantire la sicurezza a breve termine dell’offerta, possiamo aspettarci l’utilizzo di fonti di energia più tradizionali come il carbone e i combustibili fossili.
    In pratica, tutte le fonti energetiche saranno utilizzate insieme, per cui prevediamo che si registrerà un aumento delle importazioni di carbone, petrolio e gas da fonti non russe, insieme a una spinta a favore dell’espansione dell’energia solare, eolica e nucleare. Di conseguenza, le fonti energetiche tradizionali e alternative coesisteranno.
  • Gli Stati membri dell’UE potrebbero inoltre utilizzare misure regolamentari temporanee a breve termine per contrastare l’aumento dei prezzi dell’energia elettrica, quali sovvenzioni straordinarie. Tuttavia, finora lo sviluppo più significativo in questo settore riguarda l’annuncio che Spagna e Portogallo potranno temporaneamente separare i prezzi dell’elettricità da quelli del gas. Entrambi i paesi vantano già una generazione di elettricità rinnovabile molto elevata e sono quasi completamente indipendenti dal resto del mercato energetico dell’UE a causa delle poche interconnessioni, inoltre entrambi importano solo il 10% circa del gas dalla Russia (a fronte, ad esempio, del 55% circa della Germania).

Di conseguenza, la Commissione Europea ha concordato un trattamento speciale temporaneo per
la penisola iberica. Nel medio e lungo termine, RePowerEU dispone di tre leve con cui eliminare
interamente la dipendenza dell’Europa dal gas russo entro il 2030: accelerazione dell’utilizzo delle
rinnovabili, accelerazione dell’utilizzo delle pompe di calore e sviluppo dell’idrogeno verde.

Rinnovabili: RePowerEU mira a raddoppiare gli attuali piani nazionali sulle nuove aggiunte di
energia eolica e solare fotovoltaica entro il 2030. L’UE riconosce la necessità di semplificare e
abbreviare il processo di autorizzazione come condizione preliminare per accelerare questa
introduzione, e a maggio ha presentato raccomandazioni legislative volte a permettere ai paesi
dell’Unione di ridurre tale processo. Riteniamo che ciò costituisca un catalizzatore necessario e
significativo per potenziare le energie rinnovabili, dato che l’attuale processo di approvazione dura
tra i due e i quattro anni circa. Secondo le stime di Goldman Sachs, ciò consentirà di realizzare
impianti per 150GW all’anno rispetto ai circa 20GW- 30GW all’anno di poco tempo fa.

Pompe di calore: l’obiettivo consiste nel più che raddoppiare gli attuali tassi di installazione,
raggiungendo i circa 40 milioni di pompe di calore elettriche entro il 2030 per ridurre la domanda di
energia e sostituire le caldaie a gas. Tuttavia, il finanziamento, la riqualificazione e la formazione
dell’attuale forza lavoro devono essere potenziati ulteriormente al fine di consentire una rapida
implementazione.

Idrogeno verde: RePowerEU punta a innalzare di 4 volte i precedenti obiettivi di produzione di
idrogeno verde entro il 2030, da 5,6 milioni di tonnellate a 20 milioni di tonnellate. A tal fine l’UE
metterà in atto un programma chiamato Acceleratore dell’idrogeno che contribuirà a sviluppare
infrastrutture integrate, impianti di stoccaggio e capacità portuali. Riteniamo che la tesi d’investimento a favore dell’idrogeno stia cambiando in misura significativa, poiché il piano RePowerEU sta accorciando le tempistiche per rendere tale carburante economico e accessibile.

In seguito all’annuncio del piano, a maggio l’UE ha delineato obiettivi e misure concrete in materia
di energie rinnovabili, idrogeno ed efficienza energetica a livello di settori ed edifici. Inoltre, è stato
annunciato un ulteriore investimento di EUR 300 miliardi, di cui circa il 40% sarà dedicato alle energie
rinnovabili e alle infrastrutture di rete e stoccaggio. A livello di singoli paesi, i governi dell’UE hanno
anche annunciato pacchetti energetici individuali.

Rischi, opportunità e incertezze

Il finanziamento e il profilo economico della revisione al rialzo degli obiettivi in materia di efficienza
energetica rimangono un rischio fondamentale, al pari dei vincoli in termini di capitale umano relativi
all’attuazione di tali misure. Ad esempio, le pompe di calore sono ancora costose e, come discusso, la loro installazione è soggetta a limitazioni dovute alla mancanza di manodopera qualificata. I prezzi
dell’energia rimarranno più alti più a lungo, il che creerà pressioni sui margini di tutti i settori, in particolare quelli ad alta intensità energetica.

Figura 1: Finanziamento di RePowerEU (mld di EUR)

Con ogni probabilità i titoli dell’energia pulita si riveleranno i principali beneficiari a lungo termine di questa situazione, così come le società esposte alla rete elettrica, alle infrastrutture di rete e allo stoccaggio necessari per sostenere l’espansione delle energie rinnovabili e dell’idrogeno, nonché al
rinnovamento energetico, alle pompe di calore e all’elettrificazione. Inoltre, l’innalzamento degli
obiettivi in materia di idrogeno favorirà i produttori di accessori originali (“original equipment
manufacturers”, OEM) per elettrolizzatori, mentre l’accelerazione della costruzione di impianti per la
generazione di energia da scisto in USA e da GNL in tutto il mondo favorirà le società della catena
di produzione del GNL. Le imprese che contribuiscono all’efficienza energetica, come quelle attive
nei settori delle pompe di calore e del rinnovamento energetico degli edifici, nonché
nell’elettrificazione (ad es. batterie per veicoli elettrici ed apparecchiature elettriche), risulteranno
favorite nel lungo termine. Nel complesso, questo è un risvolto positivo per gli sviluppi sul fronte del
cambiamento climatico e della cattura e stoccaggio del carbonio.

A cura di Natalia Luna, Analista senior investimenti tematici, Investimenti Responsabili di Columbia Threadneedle Investments

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