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Il ruolo e le decisioni dei grandi investitori

Le sfide dei prossimi mesi e le strategie più adatte alle finalità degli istituzionali, una realtà spesso poco conosciuta, ma da cui si può apprendere molto

 

Massimizzare il rendimento e garantire un livello di rischio accettabile è da sempre la mission degli investitori istituzionali. Ma se c’è una cosa che ci ha insegnato la pandemia è che spesso la miglior difesa è l’attacco: quali sono allora, in questi tempi di tassi zero, i settori e le aree che possono dare un sostegno alle performance, naturalmente con un occhio sempre ben attento all’hedging, ovvero alla copertura del rischio? Ne hanno discusso in una tavola rotonda organizzata da Le Fonti Tv nel corso della prima Asset Management Tv Week del 2021, Elisa Ori, head of wholesale & institutional sales di Bnp Paribas Asset Management; Sergio Carfizzi, direttore generale del Fondo Pensione Nazionale Bcc/Cra; Aldo Gentile, funzione finanza presso il Fondo Pensione Byblos; e David Galliano, direttore generale del Fondo Pensione Foncer. Ori. I mercati globali hanno sempre avuto bisogno di volatilità per creare opportunità di investimento, ma troppa volatilità o troppo poca possono creare un impatto sulla stabilità e sui rendimenti. Da un anno a questa parte il mondo si trova a gestire molte incertezze. L’unica costante è la consapevolezza che il cambiamento è inesorabile. Ma in questo contesto è possibile trovare diversi spunti e diversi temi di investimento. Bnp Paribas Asset Management investe su molti di questi cambiamenti secolari, come la transizione energetica, il ripristino del capitale naturale, la tecnologia, ma non è facile individuare degli investimenti che siano conservativi dal punto di vista della volatilità, soprattutto in una fase di mercato nella quale i tassi sono molto bassi e le banche centrali non accennano, nonostante qualche fiammata sull’inflazione, ad alzarli. 2021 Maggio / Giugno 45 Secondo noi un’opportunità interessante è offerta dal debito infrastrutturale.

L’Unione europea, con il Next Generation Eu e il Green deal, ma anche l’amministrazione Biden, con oltre 2,3 trilioni di dollari, stanno investendo forte in infrastrutture. Ci aspettiamo che nei prossimi anni questa asset class performi molto bene. A un investitore di lungo periodo garantisce rendimenti costanti, coupon che servono poi, per esempio, a pagare le pensioni. L’asset class si è dimostrata molto resiliente, e nel 2020 ha fatto molto bene. Carfizzi. Oggi più che mai è importante la diversificazione. Diversificazione nell’ambito della nostra asset allocation strategica, ma a cascata anche sull’asset allocation tattica. Un fondo pensione come il nostro non deve dimenticare mai la sua mission, ovvero garantire ai propri iscritti una previdenza complementare. E come si fa a raggiungere questo obiettivo nel tempo, a prescindere dalla fase particolare di mercato? Con la diversificazione, appunto. Al di là del concetto classico, accademico del termine, mi riferisco in modo particolare a una strategia che amplia la rete degli investimenti. Non si può più puntare soltanto sul mercato classico finanziario, bisogna allargare il raggio d’azione anche al mercato decorrelato, al private equity, al private debt, alle infrastrutture, al fotovoltaico, a tutte quelle di Il Fondo Pensione Nazionale per il personale delle banche di Credito Cooperativo Casse Rurali e Artigiane è un fondo chiuso che conta 31.700 iscritti circa. Il patrimonio al 31 dicembre 2020 era di circa 2 miliardi e 700 milioni, con un’ampia diversificazione: una parte importante è investita sul mercato finanziario in gestione, una parte altrettanto importante è sulla parte diretta, e poi c’è una componente decorrelata di circa 5-600. Nel 2020 il fondo è stato tra i primi a pubblicare il bilancio di sostenibilità. Byblos è il Fondo Pensione Complementare per i lavoratori dipendenti delle aziende Grafiche, Editoriali, della Carta e del cartone, Cartotecniche, Trasformatrici e per i lavoratori delle imprese del cinema e dello spettacolo. Il fondo nasce nel 1998, conta 38mila iscritti circa e ha un patrimonio di 940 milioni suddiviso in tre offerte di investimento: garantito, bilanciato e dinamico.

Il comparto garantito ha un profilo di rischio basso, viene garantito il capitale versato da ogni singolo aderente, ha una componente prettamente obbligazionaria, con una piccola parte azionaria; il comprato bilanciata ha un profilo di rischio medio, il 65% è investito in obbligazioni e il 35% in azioni; il comparto dinamico ha un profilo di rischio medio-alto, il 60% è investito in azioni e il 40% in obbligazioni. Il fondo dal 2017 ha aperto anche alla gestione di investimenti alternativi, e oggi ha 45 milioni investiti in quest’asset class. IL PANEL asset che un tempo avevano un ruolo secondario e oggi sono sempre più importanti, anche perché danno la possibilità ai fondi pensione di sostenere la cosiddetta economia reale. Un ulteriore importante aspetto che va sottolineato è che nell’ambito di questa strategia d’investimento diversificata, Sergio Carfizzi, direttore generale del Fondo Pensione Nazionale Bcc/Cra Aldo Gentile, funzione finanza presso il Fondo Pensione Byblos 46 Maggio / Giugno 2021 Non è facile, perché c’è sempre un costo di opportunità: quando vado a coprire la parte rischiosa dei miei attivi (che non sono soltanto le azioni, ma potenzialmente anche le obbligazioni, il rischio di cambio e così via) nel momento in cui il mercato scende, sono protetto. Ma se il mercato risale in maniera repentina non riesco a riprendere quella salita. È quello che è successo nel 2020. In un mese abbiamo visto il mercato crollare e poi risalire in maniera molto importante. Ci sono tre elementi da valutare: l’efficacia, quindi quanto una strategia effettivamente riduce l’esposizione al rischio; l’efficienza economica, ovvero i costi di copertura e i costi di opportunità; e il profilo di rischio.

Chiaramente sono aspetti che vanno valutati insieme con il cliente, perché ogni fondo pensione, ogni grande investitore ha le sue esigenze, ha vincoli statutari e diversi obiettivi di rischio. Il tema della sostenibilità negli ultimi anni ha suscitato tante riflessioni. Qual è l’approccio di un fondo pensione, alla luce anche dell’introduzione della normativa europea sugli investimenti sostenibili? Gentile. I fondi pensioni sono stati impattati da due normative che hanno riguardato gli aspetti Esg: una è la Iorp II, che ci chiede di monitorare i rischi Esg del portafoglio; l’altra è Shareholder Rights Directive II che ci chiede di rendere Foncer è il fondo pensione complementare per i lavoratori dipendenti dell’industria della ceramica e di materiali refrattari. È un fondo di medio-piccole dimensioni, con asset under management per circa 520 milioni di euro e una platea di 13mila iscritti. La sede è a Sassuolo, al centro del distretto della ceramica. Agli aderenti il fondo offre tre linee di investimento: il comparto garantito, quello bilanciato e quello dinamico. Insieme ad altri quattro fondi, Foncer ha aderito al progetto Iride per gli investimenti nel private equity, con l’ottica di diversificare il portafoglio su asset class che in futuro potrebbero avere profili rischio/rendimenti interessanti e con l’obiettivo di sostenere l’economia reale, Bnp Paribas Asset Management e la società di gestione del gruppo Bnp Paribas, una delle banche più grandi d’Europa. È presente in Italia da oltre 20 anni con la gestione istituzionale e gestisce globalmente poco meno di 500 miliardi, la maggior parte dei quali per clientela esterna al gruppo. Nato con una vocazione e un dna fixed income, Bnp Paribas Am oggi gestisce tutte le classi di attivo.

IL PANEL i fondi pensione non possono non prendere in considerazione anche la componente Esg, gli investimenti sostenibili. È la mission che oggi ogni fondo deve portare avanti per garantire il massimo risultato alla distanza. Ori. Un altro aspetto fondamentale, è che con questi movimenti di mercato così repentini, c’è l’esigenza per i fondi pensione e i board che li rappresentano, di coprire la quota di attivi rischiosi e comunque di valutare programmi di risk overlay che vadano ad attutire eventuali importanti discese di mercato. David Galliano, direttore generale del Fondo Pensione Foncer Elisa Ori, head of wholesale & institutional sales di Bnp Paribas Am 2021 Maggio / Giugno 47 sivo dal nostro punto di vista in quanto richiede ancora molto tempo e molte risorse. Galliano. Anche noi abbiamo aggiornato le convenzioni per includere all’interno del processo di gestione la valutazione dei temi Esg. Per un fondo pensione è diventato fondamentale monitorare questi rischi specifici. È un primo step, che poi si realizzerà in una collaborazione sempre più stretta con i gestori per il monitoraggio degli investimenti e per cercare, anche attraverso la politica di voto, di influenzare le scelte delle società nelle quali investiamo. Carfizzi. tra il dire e il fare c’è di mezzo, come dico io, non il mare ma l’oceano. Questa normativa ci è stata catapultata dall’Europa, poi è intervenuta la Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione (Covip) con una delibera del luglio dell’anno scorso. È facile parlare di strategie di investimento, è facile parlare di recepimento dei documenti che la Covip ci ha imposto di elaborare nel rispetto di tempistiche molto stringenti, ma poi sul campo, in pratica, che cosa si fa?

Che cosa si fa soprattutto in tempi brevi? È un processo da avviare, che richiederà tempi sicuramente non brevi, perché non è soltanto il fondo pensione che deve recepire le norme, ma deve tradurle poi operativamente sul campo, in concerto con i gestori. Ori. Se c’è una lezione che anche il covid ha dato e che pubblico l’approccio del fondo pensione nei confronti delle società detenute all’interno dei portafogli. Molti fondi pensioni hanno scelto la strada del cosiddetto «explain», ovvero dichiarare il motivo per cui non si è andati incontro alla normativa. Altri, come noi, hanno adottiamo il principio di «partial comply» (ovvero il rispetto di alcune delle previsioni di legge e spiegazione delle ragioni per il mancato rispetto di altre), perché siamo un fondo ancora piccolo, composto da otto unità e per poter svolgere bene queste attività servono risorse e competenze aggiuntive, che attualmente stiamo cercando di incrementare. Abbiamo reso pubblico sul nostro sito un documento nel quale abbiamo unificato le due normative, abbiamo cambiato tutte le convenzioni con i nostri gestori, che ora utilizzano dei filtri Sri all’interno delle loro gestioni, soprattutto sulla parte azionaria, e avremo d’ora in poi uno score Wsg del nostro portafoglio. E in base a questo scoring adotteremo iniziative di engagement nei confronti delle società più problematiche all’interno portafoglio. Per ora abbiamo tenuto fuori il diritto di voto che è uno step succes- 48 Maggio / Giugno 2021 siamo tutti legati a doppio filo. Anche nel mondo degli investimenti ognuno deve fare la sua parte: i fondi pensione la stanno facendo, credo che tanti asset manager la stiano facendo. Per quanto ci riguarda il nostro obiettivo prioritario è quello di assicurare i rendimenti sostenibili nel lungo termine per i nostri clienti, e come gestore pensiamo che il minimo che si possa fare è investire contribuendo a quelli che sono gli accordi di Parigi su clima e gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.

È un percorso molto lungo, che è iniziato con i Pri (Principles for Responsible Investments): noi siamo tra coloro che li hanno scritti, non solo aderito. Da circa vent’anni stiamo investendo tantissimo in risorse, abbiamo un global sustainability center formato da 25 persone che diventeranno quasi 40 nel giro di 12 mesi, abbiamo adeguato processi e individuiamo priorità, perché è grande il mondo della sostenibilità. Come avete affrontato quest’ultimo anno così difficile? E quali sono le prossime sfide? Galliano. Sicuramente il 2020 è stato un anno particolare per tutti. Abbiamo dovuto affrontare non solo la paura, ma anche organizzarci, cercare nuovi modi di lavorare per continuare a garantire l’operatività delle nostre società, dei nostri fondi pensione. È stato un anno complicato che ci ha costretto a rivedere alcuni dogmi che avevamo in precedenza. Nella prima fase della pandemia è stato fondamentale mantenere una governance salda e cercare di rassicurare i nostri aderenti, soprattutto nei mesi in cui i mercati hanno subito la forte volatilità legata all’esplosione della pandemia. È stato un momento di riflessione che ci servirà nel futuro. Gentile. Il 2020 ha intaccato sia il nostro modo di vivere sia il nostro modo di lavorare. Uno dei maggiori cambiamenti è stata l’introduzione dello smart working, una forma di lavoro che fino a ieri non era conosciuta da noi fondi, oggi ci sentiamo molto più pronti. Da un punto di vista finanziario, il panico si è vissuto nei primi mesi del 2020 con delle forti correzioni del mercato, però tutto sommato l’anno si è concluso in maniera positiva. Ad oggi non abbiamo particolari ripercussioni sulla nostra platea di riferimento, perché c’è tuttora in piedi il blocco dei licenziamenti, ma ci aspettiamo che quando cadrà, avrà conseguenze dal punto di vista delle uscite. Dobbiamo tenerlo in conto nelle scelte che effettuiamo sugli investimenti ma anche in ottica futura. certo non sappiamo quale potrà essere l’impatto, ma sappiamo che ci sarà e avrà ripercussioni anche sul fondo.

Carfizzi. Anche per noi il 2020 è stato un anno molto particolare. Marzo, aprile e anche un po’ maggio sono stati 2021 Maggio / Giugno 49 mesi abbastanza difficili. Ho dovuto rimboccarmi le maniche e inventarmi tutto. Sapevamo che dal punto di vista contrattuale lo smart working era utilizzabile, ma ho dovuto farlo calare nella realtà di tutti i giorni. Alla fine l’anno si è chiuso con grosse soddisfazioni rispetto a quelli che sembravano invece dei segnali molto preoccupanti. Quali saranno i driver che condizioneranno lo stile di investimento nei prossimi mesi? Ori. La cosa più importante è sconfiggere questo virus, il proseguimento della campagna vaccinale sarà fondamentale anche per la ripresa economica. Lo stiamo già vedendo negli Stati Uniti e in Uk, che sono molto più avanti nella campagna vaccinale e dove la crescita c’è e i dati sono ottimi. In Europa ci vorrà un po’ di tempo in più. Siamo positivi sull’azionario, sia strategicamente che tatticamente, questo perché ci sono tutti gli stimoli di politica monetaria e fiscali da parte di governi per sostenere la crescita. Chiaramente c’è da monitorare con attenzione l’inflazione: a febbraio e marzo è salita, soprattutto negli Stati Uniti, ma Powell ha fatto capire che la Fed non alzerà i tassi almeno fino al 2023. Abbiamo assistito a una certa rotazione tra titoli growth e value e anche noi stiamo riposizionando tatticamente i nostri portafogli, stiamo premiando attivi value e guardiamo anche alle commodities. E non c’è solo il petrolio, ma ci sono anche le commodities legate, ad esempio, alla transizione energetica. L’altro grande tema è la Cina, sia dal punto di vista obbligazionario che azionario, perché ha continuato a crescere. È il secondo mercato di governativi al mondo, però è molto sottopesato nei portafogli degli investitori istituzionali e anche delle banche centrali, quindi ci aspettiamo che la domanda salirà molto. Anche con il cambio coperto un govies cinese offre un rendimento intorno al 3%, molto più dei titoli di stato europei, siano essi di paesi core che di paesi periferici.

Gentile. Io vedo tre grandi tematiche nei prossimi mesi. Di sicuro l’aspetto più importante, a cui guardano tutti i mercati, è l’andamento della pandemia e soprattutto della campagna vaccinale. Poi ci saranno le elezioni tedesche, che senza dubbio avranno un impatto sul mercato europeo. Infine bisogna vedere come verranno utilizzate le risorse del recovery plan. Penso che sarà una sfida importantissima soprattutto per il nostro paese. Una sida che deve essere assolutamente vinita. Galliano. Il recovery fund e le misure espansive sosterranno l’economia, per questo i prossimi mesi saranno positivi per i mercati finanziari. Dobbiamo capire quali saranno nel medio termine gli effetti della pandemia. Ci sono società, ad esempio quelle dell’It, che chiaramente ne hanno beneficiato, mentre ci sono settori che per fattori pratici ne hanno risentito. La sfida sarà quella di monitorare e di cogliere le opportunità che si presenteranno. Credo che per i fondi pensione il fattore fondamentale sia quello della diversificazione per farsi trovare pronti in ogni situazione. Galliano. In quest’ottica, gli investimenti in mercati decorrelati, come il private equity o i private market in generale, avranno un impatto per cercare di coprire il portafoglio da i macro rischi. Gentile. Più riusciamo a diversificare e più dovremmo riuscire a portare il portafoglio sulla frontiera efficiente, traendone beneficio, sia dal lato delle performance che dal quello del rischio. Come fondo pensione per noi l’elemento rischio è particolarmente importante. Ma dobbiamo ottenere anche delle performance, che possono arrivare con una maggiore diversificazione, aprendo a mercati chiusi, alternativi o decorrelati. Abbiamo implementato questa fetta di portafoglio ma è ancora piccola. Anche perché come sappiamo ormai tutti la componente obbligazionaria tradizionale (c’è un mercato da esplorare che è quello dei bond dei mercati emergenti su cui siamo ancora poco aperti) tutelano dal rischio del portafoglio ma oggi portano pochissimi rendimenti.

Tratto da Asset Management maggio-giugno 2021

 

 

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