armi nucleari
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Da Vienna un manifesto per disinvestire sulle armi nucleari

A Vienna dal 21 al 23 giugno 2022 si è tenuta la Prima Conferenza delle Parti del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (Treaty on the Prohibition of Nuclear WeaponsTPNW). In questa occasione Etica Sgr ha presentato una Dichiarazione degli investitori (Investor Statement) che chiede di fermare il finanziamento della produzione e del mantenimento degli arsenali di ordigni nucleari.

Il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari

Il TPNW è il primo accordo internazionale che prevede di mettere al bando un’ampia gamma di attività legate alle armi nucleari tra cui l’uso, la minaccia dell’uso, lo sviluppo, il possesso e lo stoccaggio. Inoltre, promuove l’assistenza alle vittime di armi nucleari e la bonifica degli ambienti contaminati dal nucleare.

Il Trattato è stato adottato dalle Nazioni Unite nel 2017 ed è entrato in vigore il 22 gennaio 2021. A Vienna si sono riuniti i Paesi che hanno aderito (ad oggi conta 86 firmatari e 62 Stati parte, l’Italia non è tra questi) in quella che è la prima Conferenza internazionale per discutere la sua applicazione pratica. Presenti anche delegati dei Governi di alcuni Paesi che non hanno sottoscritto il TPNW, in qualità di osservatori, ma non dell’Italia.

«Etica Sgr fin dalla sua fondazione, nel 2000, esclude dai portafogli dei fondi comuni di investimento proposti aziende produttrici di armi convenzionali, nucleari, bombe a grappolo, armi incendiarie o mine antiuomo – commenta Luca Mattiazzi, Direttore Generale di Etica Sgr. «Questa iniziativa rientra nel più ampio impegno di Etica Sgr per indirizzare i flussi di investimento verso attività sostenibili».

Il 19 giugno Aldo Bonati, Corporate Engagement and Networks Manger, ha partecipato al seminario “Financing the future, not the bomb” nell’ambito dell’evento Nuclear Ban Forum organizzato, sempre a Vienna, dall’associazione svizzera International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (ICAN), che si batte per la messa al bando delle armi nucleari, vincitrice nel 2007 del premio Nobel per la pace.

In questa occasione, Aldo Bonati ha ribadito: «Siamo qui perché riteniamo importante che anche gli investitori responsabili dicano con chiarezza “no alle armi nucleari” e che siano capaci di dare, attraverso le loro scelte di investimento, un riferimento per orientare e spingere i Paesi a fare scelte più significative sul tema. L’impegno di Etica Sgr nasce dalla collaborazione con la mobilitazione “Italia, ripensaci”, che si occupa di questi temi dal 2016».

La Dichiarazione degli investitori

Il 21 giugno Ugo Biggeri, Presidente di Etica Sgr, è intervenuto al meeting leggendo la “Dichiarazione degli investitori”, scritta da Etica Sgr insieme a ICAN.

Ugo Biggeri Etica Sgr armi nucleari
Ugo Biggeri, Presidente Etica Sgr

La Dichiarazione incoraggia gli Stati membri del Trattato a richiedere che le imprese statali integrino completamente il divieto previsto dal TPNW su tutte le forme di assistenza durante la loro attività e a garantire che gli obblighi previsti dal Trattato siano estesi agli attori statali e non statali (compreso il settore privato) all’interno delle loro giurisdizioni.

Etica Sgr ha sollecitato un ampio sostegno da parte di asset manager e società finanziarie, affinché la Dichiarazione segnali alle aziende, ai responsabili politici e alle altre parti interessate le aspettative di base degli investitori in relazione alla entrata in vigore del Trattato.

«Il no alle armi nucleari è secondo noi un messaggio importante in un momento in cui i Governi occidentali si stanno orientando verso il riarmo e persino alcuni investitori che si dichiarano “sostenibili” propongono di riconsiderare le armi come investimenti ammissibili, in quanto permettono di difendersi da aggressioni esterne – dichiara Ugo Biggeri, Presidente della società. «In Etica Sgr, fin dalla nascita, abbiamo cercato di tradurre in pratica finanziaria il rifiuto della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali».

Nel 2020 i Paesi dotati di armi nucleari hanno speso 72,6 miliardi di dollari per gli arsenali, che ammontano a oltre 12.000 testate. In questi due anni la situazione non è certamente migliorata.

A cura di Etica Sgr

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