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L’insostenibile boom dei fondi sostenibili

Mentre tutti si affrettano a trarre profitto dagli investimenti Esg, si rischia di sopravvalutarne benefici etici e finanziari

Articolo tratto dal numero gennaio/febbraio di Asset Management.

Negli aeroporti, negli hotel, sulle riviste patinate: le pubblicità per prodotti finanziari a tema di sostenibilità appaiono ovunque in questi giorni, bombardando gli investitori con una variante del messaggio: «Guadagna facendo del bene». E chi potrebbe obiettare a questo? Ma il movimento che mira promuovere una forma più alta e socialmente vantaggiosa di capitalismo finanziario sta iniziando a mostrare alcuni difetti: una rapida crescita guidata da un marketing fluido, mancanza di standard e normative e prodotti confusi che gli investitori spesso fraintendono. Gli investimenti sostenibili stanno crescendo a rotta di collo. Secondo la Global Sustainable Investment Alliance, nel 2018 sono stati investiti oltre 30,7 trilioni di dollari in tutto il mondo utilizzando criteri ambientali, sociali o di governance (Esg), un aumento del 34% rispetto al 2016.

In Europa, gli investimenti sostenibili rappresentano circa la metà di tutte le attività gestite; negli Stati Uniti, la percentuale supera ora il 25%. I maggiori gestori patrimoniali del mondo si stanno innamorando dei millennial, che vogliono sempre più investire i loro soldi secondo un tema sociale o verde. I fondi Esg spesso cercano di aiutare a risolvere problemi molto reali, come i cambiamenti climatici, lo sfruttamento del lavoro minorile e le minacce alla privacy derivanti dall’uso improprio della tecnologia. Mobilitare trilioni di dollari per affrontare queste sfide è molto promettente. Ma il recente aumento degli investimenti Esg ha messo in luce alcuni problemi irrisolti da tempo che erano meno visibili quando si trattava ancora un settore di nicchia. Spiccano due grandi sfide. Una è la difficoltà di definire e ottenere buoni risultati Esg. Poiché ciò che costituisce una buona prestazione Esg è intrinsecamente soggettivo, è probabile che la promessa di fare sempre “bene” con tali investimenti sia sopravvalutata. È meglio investire in un’azienda che crea molti buoni posti di lavoro in una regione povera ma infligge alcuni danni ambientali o in una che mantiene il suo ambiente incontaminato ma che sta automatizzando molti lavori? Le metodologie Esg utilizzate dai gestori variano enormemente. Alcune sono ragionate e sofisticate, mentre altre si occupano soprattutto dell’apparenza. Tutte incorporano un insieme di giudizi di valore particolari, la cui soggettività è raramente segnalata agli investitori. Inoltre, i dati che gli asset manager focalizzati sui prodotti Esg utilizzano per prendere le loro decisioni di investimento sono spesso imperfetti. Molti si affidano a fornitori di dati specializzati per valutazioni standard di prestazioni Esg di migliaia di aziende. Queste valutazioni sono spesso prodotte rapidamente, principalmente da informazioni di origine pubblica come notizie e report prodotti dalle imprese stesse. Informazioni spesso imperfette e talvolta addirittura fuorvianti.

Alcune aziende potrebbero riuscire a nascondere le loro carenze alla vista del pubblico, mentre altre potrebbero ricevere scarsi rating Esg sulla base di critiche ingiuste. Non sorprende che gli investitori Esg non siano riusciti a identificare o porre rimedio ad alcuni importanti scandali societari. Alcuni di loro hanno valutato positivamente le prestazioni Esg di Volkswagen prima che scoppiasse lo scandalo delle emissioni nel 2015. E in vista della crisi finanziaria globale del 2007-2008, molti erano più concentrati sui track record in tema di diritti umani delle banche e su altri loro impatti più ampi, piuttosto che sulle violazioni etiche interne e sui conflitti di interesse che alla fine hanno messo molti di loro in ginocchio. Infine, alcune campagne “etiche” sostenute dagli investitori possono avere conseguenze perverse. Ad esempio, la lista nera dei fornitori nei paesi poveri per l’utilizzo del lavoro minorile ha in alcuni casi portato i bambini a spostarsi in lavori peggiori in settori più opachi. Il lavoro minorile è senza dubbio un flagello globale, ma se non si affronta anche il problema di fondo della pervasiva povertà familiare, spesso tende semplicemente a spostarsi altrove. La seconda grande sfida è la scivolosità del legame tra investimenti Esg e performance finanziarie. Il movimento a favore dell’investimento sostenibile ha avuto ragione a sfidare il presupposto istintivo di molti investitori che fare il bene indebolsca inevitabilmente i rendimenti. Le buone prestazioni Esg possono rafforzare la fiducia tra un’azienda e governi, clienti e dipendenti.

Allo stesso modo, i disastrosi eventi Esg possono far precipitare il prezzo delle azioni di un’impresa, come è successo a Volkswagen nel 2015, a BP a seguito della catastrofica fuoriuscita della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon nel 2010, e alla società mineraria brasiliana Vale dopo il mortale crollo di una delle sue strutture per i rifiuti. Recenti studi indicano che i fondi a tema Esg hanno generalmente (sebbene non sempre) realizzato performance uguali a quelle di veicoli di investimento non vincolati. Ma alcuni gestori di fondi incentrati sull’Esg, che cercano di attirare investimenti e garantirsi le relative commissioni di gestione, ora rischiano di sopravvalutare le loro abilità. Anche avendo dati Esg decenti, servirebbe un raro grado di conoscenza tecnica e brillantezza predittiva per individuare in modo coerente dove il valore può essere creato o distrutto a causa di problemi Esg. Chi ha previsto, ad esempio, il disastro di Deepwater Horizon o la ferocia della risposta politica degli Stati Uniti alla BP? Nella migliore delle ipotesi, una buona performance Esg può essere un utile proxy per la sana gestione di altri aspetti dell’attività di un’azienda, anche se molte società fiorenti e ben gestite saranno escluse dal portafoglio di un investitore Esg. Ad esempio, le azioni delle aziende del tabacco sono state un investimento eccezionale per gran parte degli ultimi 30 anni, superando di gran lunga quelle di altri settori, anche se queste società hanno contribuito a distruggere la salute di milioni di consumatori. Molti analisti e investitori Esg comprendono queste sfide e stanno cercando di rimediare. Sono in corso vari sforzi del settore per standardizzare metodologie e dati Esg e introdurre nuove qualifiche professionali relative al tema della sostenibilità.

Tuttavia, poiché le istituzioni finanziarie si affrettano a trarre profitto dal trend Esg, esiste il chiaro pericolo che tendano a sovrastimare i vantaggi etici e finanziari della loro offerta. E poiché gli investitori vedono divari tra ciò che viene promesso e consegnato, possono iniziare a disilludersi. Sarebbe un peccato se un movimento con un vero potenziale per cambiare il mondo fosse bloccato da un misselling vecchio stile.

Articolo a cura di Daniel Litvin, Managing director di Critical Resource

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