Il governo UK cancella gli incentivi fiscali
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Il governo UK cancella gli incentivi fiscali

Dopo le enormi turbolenze sui mercati dei Gilt e della sterlina, la premier Liz Truss ha capitolato sul suo piano di crescita. Il 23 settembre avevamo descritto il mini-bilancio di Kwasi Kwarteng come un “grande azzardo”, che si è chiaramente ritorto contro il governo.

La sterlina ha toccato il minimo storico contro il dollaro USA, a 1,068, ed è scesa a 1,112 contro l’euro il 26 settembre, mentre il rendimento dei titoli di Stato trentennali ha sfondato più volte il tetto del 5% nelle contrattazioni infragiornaliere, rispetto al 3,78% del giorno precedente al mini budget.

La Banca d’Inghilterra è stata costretta a intervenire e ad acquistare Gilt a lunga scadenza quando è diventato evidente che la velocità del rialzo dei tassi di interesse aveva causato problemi ad alcuni fondi pensione. Tuttavia, questa manovra era in conflitto con la politica di inasprimento della BoE, intrapresa per cercare di riportare l’inflazione al 2%. Pertanto, la Banca si è impegnata a offrire questo sostegno solo per un breve periodo e non sarebbe diventata il prestatore di ultima istanza di un governo che aveva deciso di gettare alle ortiche la prudenza fiscale.

Gli investitori si sono opposti fin dall’inizio

Non solo il piano fiscale era insostenibile per gli investitori, ma l’ottica politica di offrire i maggiori tagli fiscali ai lavoratori più abbienti ha generato un tremendo contraccolpo politico. I sondaggi del Partito Conservatore per le prossime elezioni generali sono passati da 10 punti di distacco dal principale rivale laburista a oltre 30 punti nei sondaggi più recenti. Questo porterebbe quasi certamente a una vittoria dei laburisti che non si vedeva dalle elezioni del 1997.

Kwarteng ha risposto alla crisi politica annullando il cambiamento più controverso, la soppressione dell’aliquota fiscale aggiuntiva (45%). Ha inoltre annunciato un aggiornamento fiscale entro la fine di ottobre, che questa volta avrebbe incluso le previsioni dell’organo indipendente Office for Budgetary responsibility (OBR), che aveva precedentemente escluso.

Tuttavia, con il sostegno della BoE in scadenza venerdì 14 ottobre, Truss aveva poca scelta se non quella di prendere ulteriori provvedimenti. Truss ha convocato il cancelliere di prima scelta da una riunione del FMI a Washington per informarlo del suo licenziamento. Con soli 38 giorni di permanenza in carica, Kwarteng è diventato il cancelliere con la carica più breve che non sia deceduto durante il mandato.

Quattro cancellieri in quattro mesi

Truss ha annunciato che l’ex segretario alla Sanità, Jeremy Hunt, diventerà il nuovo cancelliere e che il piano per annullare l’aumento delle imposte alle aziende è stato invertito. L’aliquota delle imposte alle aziende passerà dal 19% al 25%, come previsto in precedenza.

Tuttavia, sono seguite altre inversioni di rotta. Alla chiusura di venerdì 14 ottobre, i rendimenti dei Gilt hanno ricominciato a salire, poiché le due abolizioni effettive dei tagli fiscali non erano evidentemente sufficienti a ripristinare la fiducia. Nel timore di ciò che sarebbe potuto accadere in assenza della garanzia della BoE, Hunt ha annunciato nella mattinata di lunedì 17 ottobre che quasi tutte le misure fiscali previste dal ‘mini-budget’ sarebbero state abbandonate.

Rimarrebbe solo l’inversione dell’aumento dei contributi previdenziali a partire da aprile 2022 e i tagli all’imposta di registro (tassa sulle transazioni immobiliari). Inoltre, ha fatto un ulteriore passo avanti. La riduzione di un punto percentuale dell’aliquota standard dell’imposta sul reddito, che era stata anticipata ad aprile 2022, rimarrebbe invariata a tempo indeterminato – più restrittiva di quanto non fosse prima del ‘mini-budget’.

Inoltre, la misura di punta di Liz Truss, ossia il tetto al prezzo dell’energia, non durerà più due anni, ma sarà rivista e aggiornata in primavera, con l’obiettivo di ridurne il costo. Ci aspettiamo che il cancelliere segua l’approccio tedesco e incoraggi l’efficienza energetica offrendo una tariffa sovvenzionata per il primo 70-80% del consumo tipico, mentre il resto sarà soggetto ai prezzi di mercato.

Secondo i nostri calcoli, l’inversione di tendenza annunciata potrebbe ridurre l’indebitamento pubblico di poco meno di 100 miliardi di sterline, pari al 4% del PIL, entro il 2026-27. Tuttavia, ci aspettiamo che nella dichiarazione fiscale di Halloween verrà annunciata una stretta sulla spesa pubblica, insieme a ulteriori misure di inasprimento.

La reazione dei mercati agli sviluppi recenti è stata più positiva. La sterlina è salita di poco meno del 2% rispetto al dollaro e dello 0,7% rispetto all’euro. Il rendimento del Gilt decennale di riferimento è sceso di 35 punti base, mentre quello del Gilt trentennale è sceso di 41 punti base.

Sebbene i mercati abbiano reagito positivamente, sia la sterlina sia i rendimenti dei Gilt non sono tornati ai livelli precedenti al ‘mini-budget’, né ci aspettiamo che lo facciano nel breve termine. Data la volatilità e la fragilità del governo britannico, gli investitori chiedono giustamente uno sconto sugli asset del Regno Unito per compensare il rischio aggiuntivo e l’incertezza delle politiche annunciate (e ritirate).

Minori pressioni sulla BoE per rialzi aggressivi

Visto il ritiro degli stimoli fiscali, la BoE subirà meno pressioni affinché aumenti i tassi di interesse in modo aggressivo. I mercati monetari prevedevano un picco dei tassi del 5,5% rispetto all’attuale tasso del 2,25%, valore sceso al 4,75% in seguito alla ritirata del governo.

Tuttavia, ci aspettiamo che la BoE rimanga dovish e, per quanto sia probabile che acceleri l’aumento dei tassi nella prossima riunione di politica monetaria di novembre, prevediamo che la BoE alzerà i tassi in misura inferiore a quanto previsto dai mercati, potenzialmente con un picco del 4,5%. Questo aiuterebbe le famiglie che hanno difficoltà a rifinanziare i loro mutui, ma potrebbe rendere l’inflazione più persistente.

Liz Truss sopravviverà?

La storia potrebbe avere ancora bisogno di un capitolo finale, poiché le indiscrezioni continuano a suggerire che il Partito Conservatore potrebbe ancora estromettere Liz Truss per rafforzare la propria posizione nei confronti dell’opinione pubblica in vista delle prossime elezioni generali, che si terranno a gennaio 2025. Dopotutto, il piano di crescita su cui ha basato la sua campagna elettorale è stato fatto a pezzi, e ha dovuto essere salvata da un collega dell’ala opposta del partito. Persino i giornali amici si chiedono se sia Jeremy Hunt a guidare realmente il Paese.

Se Truss si dovesse dimettere o venisse estromessa, il partito farebbe bene a proporre un candidato o una squadra unitaria per sostituirla. Un’ulteriore divisione potrebbe portare alle elezioni generali, che richiederebbero l’intervento della Corona.

I bookmaker danno una probabilità di due terzi che Liz Truss sia costretta a lasciare il suo ruolo prima della fine dell’anno. Potremmo vedere il quinto cancelliere in cinque mesi? Gli investitori restano comprensibilmente nervosi.

Commento a cura di Azad Zangana, Senior European Economist and Strategist, Schroders

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