Amundi: fondi alternativi europei verso una raccolta record
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Alternative Assets in Europe” fondi alternativi europei verso una raccolta record

Amundi: pronti a sostenere un’Europa in rilancio Ruolo cruciale del capitale privato nella ripresa dell’Europa dalla crisi del COVID-19 e nella transizione verso la neutralità carbonica

 

Preqin, leader mondiale in dati, analisi e approfondimenti sugli asset alternativi, è lieta di annunciare il lancio del rapporto “2021 Alternative Assets in Europe”, realizzato in collaborazione con Amundi, primo asset manager europeo , per il quarto anno consecutivo. Preqin e Amundi condividono l’obiettivo comune di fornire alla community degli investitori dati autorevoli, trasparenti e standardizzati sui mercati privati per sostenere la loro crescita. Questo rapporto – il più ampio studio del suo genere – prende in esame come l’industria si sia sviluppata nei principali settori e classi di attivi, esplorando le tendenze in atto in 13 principali mercati europei, con approfondimenti specifici su 6 mercati leader. Preqin e Amundi annunciano inoltre che per la prima volta il report introdurrà le “League Tables”, che classificano i gestori di fondi alternativi domiciliati in Europa indipendentemente dalla struttura del fondo o dalla fonte di capitale, al fine di fornire alla community degli investitori un quadro completo della situazione degli asset alternativi in Europa. (a pag.3 di questo documento si vedano i link alle cinque tabelle contenenti le classifiche sulla base delle masse in gestione) afferma Amundi

Mark O’Hare, fondatore e CEO di Preqin, ha dichiarato: “Siamo pronti a vedere le economie europee raggiungere nuovi record nel 2021, ottimisti sul fatto che sono sulla via della ripresa dopo il duro colpo causato dalla pandemia. I nostri colloqui con gli investitori focalizzati sull’Europa confermano che si stanno “attenendo al programma” per quanto riguarda le loro allocazioni in asset alternativi: di fronte all’incertezza e al calo dei rendimenti in tutte le classi di attivi, l’attrattività degli asset alternativi, incluse le opportunità innovative offerte dagli investimenti green, rimane molto interessante”. Dominique Carrel-Billiard, Global Head of Real Assets di Amundi, ha commentato: “Gli asset reali saranno la scommessa vincente per un mondo post-Covid. In particolare, un nuovo ciclo economico post-COVID potrebbe vedere una ripresa dell’inflazione e continuare a spingere i capitali verso queste classi di attivi che offrono protezione dall’inflazione e la prospettiva di rendimenti più elevati afferma Amundi Gli asset reali possono contribuire ad affrontare le sfide economiche derivanti dalla ripresa dalla crisi generata dal Covid e a soddisfare le aspettative degli investitori sia in termini di performance che di impatto, contribuendo in particolare ad allocare il capitale in direzione della transizione energetica. Per questo è fondamentale rendere gli asset reali accessibili a una più ampia gamma di risparmiatori.”

Crescita dell’industria europea degli asset alternativi I gestori di fondi alternativi basati in Europa gestivano 2.060 miliardi di euro di masse (AuM) a dicembre 2020 rispetto ai 1.810 miliardi di euro dell’anno precedente, con un aumento di oltre il 13%, e sono sulla buona strada per fare del 2021 un anno record per la raccolta di questa tipologia di fondi. L’AuM è cresciuto del 58% negli ultimi cinque anni, da dicembre 2016 a dicembre 2020, e l’Europa rappresenta attualmente il 24% dell’industria globale degli asset alternativi. Raccolta, investimenti e performance hanno subito un’accelerazione nel primo semestre 2021. La raccolta da parte dei general partner (GP) dei fondi di private capital basati in Europa nel primo semestre 2021 ha raggiunto il 59% del totale dell’intero anno 2020, un dato che nonostante le sfide concrete causate dalle restrizioni per viaggi e incontri, è stato il secondo più alto mai registrato afferma Amundi. I team di investimento sono stati impegnati in attività di venture capital, investimenti in infrastrutture e private equity (i settori più attivi), con un valore delle transazioni di private capital concluse che nel primo semestre 2021 rappresentava già l’83% del totale dell’intero anno 2020. I mercati azionari e di debito forti dal secondo trimestre 2020 si sono tradotti in un dinamico mercato di uscita, non solo per le IPO ma anche per le attività di trade sale e rifinanziamento.

Anche se i dati di rendimento registrati nei primi anni dai fondi dei limited partner (LP) rappresentano solo un indicatore di performance future, la media dei TIR netti (tassi interni di rendimento) delle edizioni di fondi di private equity e venture capital (PEVC) lanciate nel 2018 si attesta al 22%, mentre le edizioni delle annate 2011-2017 si erano attestate tra il 14% e il 19,4%. Queste interessanti prospettive di performance dovrebbero in futuro attrarre ancora più capitale d’investimento negli asset alternativi europei. La maturità del mercato degli asset alternativi del Regno Unito consente ad altri mercati chiave europei di recuperare Il Regno Unito è stato a lungo il più grande mercato europeo di gestione di investimenti alternativi afferma Amundi. Poiché le asset class si sono ampliate e globalizzate, la quota di AuM gestita da general partner basati nel Regno Unito si è ridotta. Tra il 2010 e il 2020 il capitale privato gestito al di fuori dell’Europa è aumentato del 209%, mentre l’AuM dei gestori con sede in UK è aumentato del 177%, con un calo dal 59% al 52% della quota del Regno Unito sul totale di AuM di capitale privato europeo. La crescita di AuM dei gestori PEVC basati nel Regno Unito è stata in media del 13% negli ultimi tre anni. Un trend significativamente più lento rispetto al 23% raggiunto dai gestori in Francia, anche se occorre considerare che l’AuM del PEVC del Regno Unito resta ancora 4,6 volte più grande di quello della Francia (473 miliardi di euro rispetto a 102 miliardi di euro).

Ulteriori dati rilevanti che riguardano Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Svizzera e Lussemburgo sono disponibili di seguito. Investimenti spinti da infrastrutture e asset reali Le infrastrutture hanno rappresentato una nota positiva in quanto i governi di tutta Europa stanno spingendo gli investimenti per stimolare la crescita economica e raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio, mentre l’aumento del debito pubblico a seguito del Covid-19 farà salire la richiesta di capitale privato. L’AuM degli investimenti in infrastrutture basate in Europa è cresciuto notevolmente negli ultimi cinque anni, raggiungendo quasi 250 miliardi di euro a dicembre 2020 (con un CAGR del 22% dal 2015). Con il cosiddetto ‘dry powder’ dei fondi infrastrutturali focalizzati sull’Europa pari a 130 miliardi di euro afferma Amundi, che rappresenta un ragguardevole 43% del ‘dry powder’ dei fondi infrastrutturali a livello mondiale, l’attività di investimento è destinata a intensificarsi ulteriormente. L’investimento nel real estate nel primo semestre di quest’anno, misurato sulla base del numero di operazioni, sta seguendo un ritmo simile al 2020.

Il numero di operazioni nel primo semestre 2021 è stato pari al 54% di quelle complessive avvenute nel 2020, che peraltro aveva registrato un calo significativo rispetto al 2019. La pandemia non ha innescato una correzione diffusa delle valutazioni immobiliari, come evidenziato dall’aumento del 9% dell’AuM immobiliare a 177 miliardi di euro nel 2020, nonostante la scarsa raccolta. Gli Hedge Fund tornano in auge In un anno difficile per i mercati a livello globale, gli hedge fund focalizzati sull’Europa hanno concluso il 2020 positivamente, in aumento del 7,04% in media, con il momentum che prosegue anche nel 2021. Dopo aver subito deflussi significativi paria -31,8 miliardi di euro nel primo trimestre 2020 nell’ambito del sell off del mercato azionario, gli hedge fund si sono stabilizzati e hanno poi attratto capitale nella seconda metà dell’anno, con afflussi netti pari a 32,2 miliardi di euro: un’inversione di tendenza per una asset class che negli ultimi cinque anni di mercato rialzista aveva registrato consistenti deflussi afferma Amundi. In un contesto che vede una lenta uscita dell’Europa dalla sua prolungata recessione, gli hedge fund sono nella posizione migliore per beneficiare di un aumento previsto della volatilità del mercato. L’ESG passa dall’Impresa alla Strategia di investimento L’impegno verso i principi ESG e il rispetto della legislazione UE rappresentano ormai una consuetudine per i gestori e gli investitori in Europa, con oltre l’80% di masse in gestione nei fondi ESG.

Le questioni ambientali stanno generano opportunità anche per le asset class alternative. Nel settore del real estate, ad esempio, si pone maggiore enfasi sulle strategie a valore aggiunto, che hanno raccolto 11,7 miliardi di euro nel 2020, molti dei quali sono focalizzati sulla creazione di valore attraverso la riduzione delle emissioni di carbonio degli edifici. Nel private equity, gli investitori utilizzano sempre più dei filtri ESG per creare i KPI in aree come le catene di approvvigionamento che determineranno un aumento delle valutazioni in uscita, mentre gli investimenti infrastrutturali, sostenuti dai governi per raggiungere gli obiettivi di riduzione del carbonio, sono sempre più importanti anche per la transizione energetica, in particolare per quanto riguarda le energie rinnovabili. Per ulteriori informazioni e approfondimenti, consultare il 2021 Alternative Assets in Europe Report. Per consultare e scaricare le League Tables, cliccare sui seguenti link: • Largest European Based Fund Managers by AUM in Private Equity • Largest European Based Fund Managers by AUM in Private Debt • Largest European Based Fund Managers by AUM in Real Estate • Largest European Based Fund Managers by AUM in Infrastructure • Largest Europe-Based Hedge Funds by AUM Dati rilevanti dei paesi chiave UK • Il Regno Unito, che è stato a lungo il più grande centro europeo per la gestione di investimenti alternativi, ha visto ridurre la sua quota di masse gestite da general partner con sede nel paese. Tra il 2010 e il 2020, il capitale privato gestito al di fuori dell’Europa è aumentato del 208%, ad un livello leggermente inferiore rispetto all’aumento globale del 213%. In quel periodo, la quota del Regno Unito delle masse di capitale privato europeo in gestione è scesa dal 59% al 52%.  afferma Amundi

A metà di quest’anno, Preqin ha documentato 85 miliardi di euro di operazioni di private capital nel Regno Unito, pari al totale di tutto il 2020. • La raccolta nel Regno Unito è variata a seconda delle classi di attivi, con private equity e venture capital alla pari con il 2020, infrastrutture e risorse naturali in crescita, e private debt e real estate che finora registrano un trend annuale più lento. • Gli hedge fund hanno fornito una protezione dai rischi di downside nelle prime fasi della crisi e hanno registrato forti rendimenti con la ripresa dei mercati, invertendo la tendenza di lungo periodo di deflussi di capitale. Francia • La Francia è il secondo centro d’Europa per gli asset alternativi, con l’AuM del private capital pari a 216 miliardi di euro, in crescita del 19% nel 2020. Il capitale privato aggregato raccolto dai fondi con sede in Francia ha superato i 50 miliardi di euro nel 2020. Non solo il mercato francese è più che raddoppiato rispetto al terzo mercato più grande d’Europa, la Germania, ma sta anche lentamente recuperando il Regno Unito. • Il private equity in Francia ha registrato il maggiore incremento di flussi di capitale. L’asset class ha visto un aumento della raccolta del 56% tra il 2019 e il 2020, da 20 miliardi di euro a 31 miliardi di euro. • La raccolta dei fondi immobiliari in Francia, invece, è diminuita durante l’anno pandemico. Al valore record di 5,3 miliardi di euro di capitale garantito registrato nel 2019 hanno fatto seguito solo 1,7 miliardi di euro raccolti nel 2020, senza nessun closing di fondi immobiliari nel primo semestre del 2021. • In termini di operazioni, il venture capital e i fondi infrastrutturali sono stati i più attivi, con il valore delle transazioni nel primo semestre 2021 già superiore al totale del 2020, stimolate dalle grandi ambizioni del Presidente Macron per la tecnologia e per lo sviluppo di infrastrutture collegate alle prossime Olimpiadi, così come dalla mega-fusione di Veolia e Suez. Germania

• I piani per rilanciare e rafforzare l’economia tedesca sono in primo piano nelle campagne elettorali degli schieramenti politici e mobilitare il capitale privato sarà un altro modo per fronteggiare le necessità. Insieme alle strategie PEVC, il mercato delle infrastrutture ormai in una fase matura potrebbe svolgere un ruolo chiave nell’aiutare la Germania a raggiungere i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio. • La raccolta di capitali privati per le infrastrutture tedesche è cresciuta enormemente negli ultimi anni, con 4,8 miliardi di euro raccolti nel 2020 e 4,2 miliardi di euro già raccolti nel primo semestre 2021, il dato più alto di qualsiasi strategia di private capital. Anche la diffusione degli asset tedeschi è in aumento, con 13,4 miliardi di euro di investimenti infrastrutturali nel 2020 e 6,5 miliardi di euro nel primo semestre 2021. • Con 8,1 miliardi di euro raccolti nei primi sei mesi del 2021 dai fondi di private capital basati in Germania, i gestori si avviano a superare i complessivi 15 miliardi di euro del 2020, che erano stati a loro volta un record con un buon margine. • I gestori di private equity tedeschi avevano a luglio 2021 un “dry powder” di 6,2 miliardi di euro, in aumento di 1,6 miliardi di euro rispetto alla fine del 2020: un livello record. Il “dry powder” è stato sostenuto dalla cifra record di 7,4 miliardi di euro raccolti nel 2020 dai gestori con sede in Germania, tra cui Deutsche Private Equity Fund IV (1 miliardo di euro), EMH Growth Fund II (650 milioni di euro) e Holtzbrinck Ventures Fund VIII (535 milioni di euro). Italia • Il mercato italiano dei capitali privati sta diventando sempre più interessante.

Nel 2020 il capitale aggregato raccolto dai fondi italiani è aumentato del 17% rispetto all’anno precedente e nel primo semestre 2021 ammonta a 720 milioni di euro. • Il PEVC è al centro dell’industria italiana degli asset alternativi, rappresentando il 35% degli AuM in asset alternativi a fine 2020 (15 miliardi di euro). Infrastrutture, real estate e private debt rappresentano rispettivamente il 17%, il 14% e l’11%, valori non insignificanti. Gli hedge fund rappresentano il 22% degli AuM in asset alternativi italiani. • Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) da 242 miliardi di euro indirizzerà circa il 40% dei fondi pubblici italiani verso programmi green e il 25% verso progetti digitali, con infrastrutture e treni ad alta velocità tra le priorità. Ciò creerà una vasta gamma di opportunità per il finanziamento da parte di capitali privati. Lussemburgo • Il Lussemburgo sta guadagnando terreno in Europa. In totale, sono 331 i fondi domiciliati in Lussemburgo, con un AuM complessivo di almeno 173 miliardi di euro, notevolmente superiore ai 44 miliardi di euro gestiti da fondi con sede nel paese. Gli hedge fund rimangono la più grande asset class dell’industria lussemburghese degli asset alternativi, dato che a settembre 2020 rappresentava il 40% dell’AuM complessivo. • Da quando il Regno Unito ha votato per uscire dalla UE nel 2016, il Lussemburgo ha superato il Regno Unito come domicilio più richiesto per i fondi PEVC europei. • Da inizio anno, il private debt ha riscosso un discreto successo, con una raccolta da parte di gestori basati in Lussemburgo pari a 2,7 miliardi di euro, che rappresentano il 68% del capitale totale raccolto nella prima metà dell’anno da fondi di investimento alternativi nel mercato nazionale. Svizzera • L’AuM dei fondi alternativi svizzeri è stato stabile nel 2020.

L’AuM complessivo di tutte le asset class alternative si attesta sui 71,6 miliardi di euro, con il PEVC che rappresenta la più grande asset class del mercato con 25,7 miliardi di euro, seguita dagli hedge fund (19,9 miliardi di euro). • L’AuM dei fondi PEVC è aumentato di un sano 11,7% nel 2020, mentre la crescita dell’AuM dei fondi infrastrutturali ha superato anche quella del PEVC, con un aumento del 30,6% tra la fine del 2019 e la fine del 2020. • L’AuM del private debt in Svizzera è aumentato solo marginalmente (3,6%), se paragonato all’aumento del 22,5% registrato dal private debt in Europa. Una tendenza simile può essere in corso nel mercato svizzero del real estate. L’AuM del real estate svizzero è aumentato del 4%, attestandosi a 4,3 miliardi di euro a dicembre 2020, mentre in Europa questa asset class è cresciuta dell’8,7%.

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